28 set 2011

Piero il cavallo

Questa è la storia di Piero il cavallo

Che per sua sfortuna si innamorò di un gallo.

Con lo sguardo lo seguiva in ogni posto

E lo sbirciava pure di nascosto

Lo pensava mentre nella stalla

Guardava la notte salire a galla

E anche nel sonno non aveva pace

Baci segreti dietro la falce.

Questo sognava il povero Piero

Ormai prigioniero di un solo pensiero,

Fantasticava di fuggire insieme

Salvare il gallo da situazioni estreme

E di rotolarsi assieme nei prati

Tra dolci versi di poeti sussurrati.

Piero era triste di questo amore impossibile

Trovava la cosa ormai insostenibile

Allora un mattino si svegliò presto

Corse dal gallo con passo lesto

Quello che accadde non ve lo dirò

Eccetto che quel giorno il gallo non cantò.

Titolo Blog?

Suggerisco che ognuno lasci un suo commento con uno (o più) suggerimenti di nomi per questo blog...

"Caldo"


Questa è la poesia fatta per la prima sessione, tenuta il 27 Settembre 2011.
Ve la lascio sia in portoghese (originale) sia in italiano (tradotta da me e da Julie Messina):



Portoghese:

 
As narinas da besta,
quentes na orla distendida,
descem a colina lavrada.
A cada passada rápida
destroem-se as linhas
lavradas naquela tarde.
Bruta,              a besta descalça
a terra ainda húmida
que se levanta contra o seu abdómen.


O galope ensurdecedor
galopa sobre a verdade
das gentes que ouvem
                        à distância.
Na distância dos mitos
o galope é a palavra da mentira
das gentes que ouviram                                                                                              
à distância.

À distância
os passos numa métrica perfeita
desenham na imaginação
das gentes imperfeitas
a catástrofe que os seus avós previam
nas noites frias dos lugares que a besta conhece.


Mas aos amantes o galope
acaricia as orelhas nas suas orlas
e os lobos tão tenros desfazem-se
em manteiga ao deslizar dos lábios
que desenham a paisagem,
como as linhas daquela tarde.


A besta destrói a linha
            num ímpeto!
A besta percorre a linha
da sua crineira eriçada ao ar
demasiado quente,
previsto nas palavras dos avós
de quem a ouve
                                                                                                à distância.


Ao longe vêem-se os terrenos por lavrar
Recobertos da textura mole das magnólias
brancas, como a neve das previsões,
que à distância dos anos não passaram de sermões.

Por entre as crinas desliza
o ar doce do cenário tórrido.
E ali perto os amantes esquecem
que no estábulo da vida
os beijos que os têm chegados
darão origem a ouvidos amedrontados
de quem, como eles, leva consigo
o medo do calor.





Italiano:

 
Le narici della bestia,
calde nell’orlo disteso,
scendono la collina arata.
Ad ogni passo (cavalcata) veloce
si distruggono le linee
arate quel pomeriggio.
Bruta,              la bestia scalza
                        la terra ancora umida
che si alza contro il suo addome.


Il galoppo assordante
galoppa sopra la verità
delle genti che sentono
                                                                                                a distanza.
Nella distanza dei miti
il galoppo è la parola della menzogna
delle genti che sentirono
                                                                                                a distanza.

                                                                                                A distanza
i passi in una metrica perfetta
disegnano nell’immaginazione
delle genti imperfette
la catastrofe che i suoi nonni prevedevano
nelle notti fredde dei luoghi che la bestia conosce.


Ma agli amanti il galoppo
carezza le orecchie nei suoi orli
e i lobi teneri si disfano
in burro col scivolare delle labbra
che disegnano il paesaggio,
come le linee di quel pomeriggio.


La bestia distrugge la linea
            in un impeto!
La bestia percorre la linea
della sua criniera rizzata nell’aria
troppo calda,
prevista nelle parole dei nonni
di chi la sente
                                                                                                a distanza.


Lontano si vedono i terreni non ancora arati
ricoperti dalla consistenza morbida delle magnolie
bianche, come la neve delle previsioni,
che a distanza di anni non furono altro che sermoni.

Tra le crini scivola
l’aria dolce dello scenario torrido.
E lì vicino gli amanti dimenticano
che nella stalla della vita
i baci che li tengono vicini
daranno origine a orecchie impaurite
di chi, come loro, porta con sé
la paura del caldo.


Simão Pais
26. Settembre. 2011

23 set 2011

Cari Colleghi!

Questo è il nostro blog, dove condivideremo materiali vari, poesie nostre e di altri, etc...
Ho spedito un invito a tutti quanti e dopo che l'avete accettato, raccomando la creazione di un profilo (per chi non lo ha ancora) e io vi farò amministratori del blog (vuol dire che potete fare di tutto: posts, cambiare il design, etc).

A presto Simão!